Questo contributo si propone di analizzare i rapporti che si instaurarono tra papato e istituzioni monastiche femminili sulla base dei privilegi loro accordati; privilegi che miravano a concedere diritti particolari o libertates, creando così un legame di dipendenza particolare dal papato. A questo scopo è stato scelto il caso del monastero benedettino prima e cistercense dopo di S. Giovanni della Pipia a Cremona. Il momento della fondazione di un’istituzione religiosa e i relativi documenti e privilegi papali ricevuti assumono un significato molto importante perché costituiscono una sorta di patto tra l’istituzione stessa e il tessuto ecclesiastico in cui essa andava a inserirsi. La valenza di questo contratto tra le parti emerge e si evolve nel corso del tempo relativamente ai conflitti non solo con le autorità laiche, ma soprattutto con il presule locale, dovendo essere così rinegoziato di volta in volta1. Per questo motivo in primis sarà descritto il momento della fondazione e le sue caratteristiche, per poi passare all’analisi degli sviluppi del XIII secolo riguardanti la riforma cistercense e il conflitto tra papato e vescovo.
@inbook{doi:10.17170/kobra-202209146853, author ={Vanelli, Elena}, title ={‘Libertas’ e monachesimo femminile: l’interazione tra papa e vescovo a livello locale}, keywords ={300 and 900 and Frauenkloster and Kirchenoberhaupt and Privileg and Urkunde}, copyright ={https://rightsstatements.org/page/InC/1.0/}, language ={it}, publisher ={Universität Kassel}, year ={2019} }